martedì 2 luglio 2013

ADDIO AL MIO AMICO ARON...

Aron è arrivato nella mia vita 13 anni fa, ricordo bene la notte in bianco, accanto a sua madre, Furia, ad aspettare gli 8 cuccioli...tutti èpagneul breton, tutti bianco-arancio, ma lui aveva qualcosa di diverso, un legame con me immediato...da allora non ci siamo mai lasciati.
Ogni cane che è vissuto con me, da quando sono nata, ha significato tanto per me, ma io e Aron siamo stati inseparabili da subito, questo cane straordinario è stato un compagno di vita per me, che mi ha insegnato l'amore per questa razza, per la cinofilia, per il lavoro e la collaborazione con i nostri amici.
Ma, soprattutto, grazie ad Aron ho iniziato a studiare il comportamento dei cani, ad approfondire le mie conoscenze sull'educazione, ad avvicinarmi al cane con un approccio diverso, cercando di capire cosa prova, come vede le cose, di cosa ha bisogno, prima di chiedergli di fare qualcosa con me, o per me.
Aron mi ha aiutato a scegliere questa strada, mi ha accompagnata durante il percorso, se non fosse arrivato nella mia vita, non sarei la persona che sono.
Chi conosce me, conosce anche lui, è un'immagine unica quella di Cinzia con Aron.
Dopo aver cambiato il mio modo di vedere la relazione con il cane, e l'approccio nell'educazione, Aron mi ha anche aiutato ad educare altri cani, grazie al suo equilibrio e la sua fiducia in me, ricambiata pienamente.
Nella vita di ogni giorno, è stato per me un compagno, che con me ha condiviso tutto: passeggiate, amici (cani e persone), i miei momenti di studio, risate ma anche lacrime...
Aron non è stato solo il mio compagno di vita e il mio insegnante di relazione con il cane, è stato anche il compagno di caccia, di passeggiate in montagna, e di vita, di mio zio, una persona straordinaria, che per me è stato come un padre, che ha creduto in me, nei miei studi e nel mio lavoro, e  ha creduto in Aron, si sono amati e capiti fino alla fine, finchè lo abbiamo perso.
Non so descrivere la commozione nel vedere Aron, seduto sulla tomba di zio, a guardare la foto della persona che tanto aveva amato, è questa l'immagine della fedeltà dei nostri cani
Perciò, ora che Aron se n'è andato, so che è come è sempre stato...se non è con me, Aron è con lui.

Cinzia F.

martedì 4 dicembre 2012

SPORCARE FUORI...COME DEVO DIRTELO?

Quando prendiamo un cucciolo, soprattutto se vive in casa con noi, uno dei problemi principali, a proposito di educazione, è quello di insegnare al nuovo arrivato a sporcare fuori.
Già, perchè trovare pipì in giro per la casa, può essere normale, all'inizio, ma è una situazione che non può durare a lungo ...
Come in ogni problema frequente per i proprietari di cani, su questo argomento esistono "leggende" e suggerimenti che, invece di aiutarci, peggiorano la situazione, come sgridare il cane che ha sporcato in casa, o additittura crudeli, come mettere il muso nella pipì. Mai suggerimento fu più assurdo!
Iniziamo a dire, invece, COSA SI DOVREBBE FARE...partiamo dal principio di premiare sempre il comportamento corretto.
Quindi, cerchiamo di indurre il cucciolo a sporcare fuori, utilizzando gli stessi orari per le uscite, magari dopo i pasti, e premiandolo con lodi o bocconcini nel momento in cui fa pipì fuori.
Non puniamolo, se sporca in casa, all'inizio; infatti, nel cucciolo, è normale avere bisogno di tempo per imparare, e la punizione, se arriva quando "il danno" è già stato fatto, non può più insegnare niente al nostro cane, se non fargli associare la presenza della pipì alla nostra rabbia, quindi otterremmo solamente che il cucciolo cerchi di non sporcare davanti ai nostri occhi, rendendo inutili le passeggiate, che noi facciamo proprio per i suoi bisogni.
Ma, se il cucciolo, dopo un pò, sembra non imparare, magari c'è da fare qualche correzione nell'educazione, e sarebbe meglio rivolgersi ad un esperto.
E' da ricordare che il premio va dato immediatamente, quindi teniamo a disposizione i bocconcini, e teniamoci pronti a lodi e coccole, durante le passeggiate.

Cinzia F.



venerdì 9 novembre 2012

IL GIOCO: EDUCAZIONE E DIVERTIMENTO

Quando parlo di gioco nel cane, posso riferirmi a diversi ambiti: il gioco con gli altri cani, con oggetti (la palla, i giocattoli, ecc.), il gioco tra cane e uomo.
E' a quest' ultimo che voglio fare riferimento qui, al gioco con il proprietario, l'interazione tra noi e il cane.
Il nostro amico non ha solo bisogno di attività fisica (in misura diversa a seconda della razza, taglia e individuale), ma anche di quella che io chiamo "attività mentale".
Questa attività è di fondamentale importanza per il benessere del cane, ed è un divertimento per lui, ma anche per noi.
Una, tra queste attività mentali, è il gioco, come il riporto della palla, ma anche nascondere un giocattolo, per poi farlo cercare al cane  (all'inizio facilmente visibile, poi sempre più nascosto),
oppure fargli fare un percorso ad ostacoli (ad esempio l' agility), e molte altre attività.
Per il cane il piacere è nello svolgimento del gioco, non nel realizzare il compito che gli viene chiesto. Per questo il cane che viene utilizzato per il lavoro, in realtà sta giocando, sta svolgendo un'attività che realizza una sua esigenza, e sviluppa la sua intelligenza.
Sfruttiamo il divertimento del gioco per fargli apprendere contemporaneamente qualcosa di nuovo e interessante.
Anche l'esplorazione di nuove zone, durante le passeggiate, è un' attività ludica.
I giocattoli per cani sono utili per il nostro amico quando è solo, ma non devono sostituire il gioco con gli altri cani, che è utile per un buon comportamento sociale.
Va ricordato che l'attività ludica va iniziata dal proprietario, e non dal cane, questo ha uno scopo educativo. Per lo stesso motivo va evitato il gioco del "tira e molla".
Il gioco, in qualsiasi forma, ci permette di sviluppare la nostra relazione con il cane, e di ridurre lo stress nel nostro amico.

Cinzia F.

giovedì 1 novembre 2012

COLLARE vs PETTORINA...COSA NE PENSO.

Diciamolo subito...personalmente sono a favore della pettorina.
Per vari motivi: fisici, perchè con il collare esercitiamo una trazione sul collo del cane, che può essere sia dolorosa che pericolosa per la sua salute.
Ma, soprattutto, il collare non ci aiuta ad educare il nostro amico alla passeggiata "corretta".
Infatti, se osservate il comportamento del cane quando è libero, potete notare che annusa a terra, ma anche sulle superfici verticali, come pali e tronchi (spesso ricchi di "notizie" olfattive); e, quando incontra un altro cane, usa la testa per la postura dei "segnali calmanti", quelli che indicano al suo simile che non ha cattive intenzioni.
La pettorina ha il vantaggio di consentire al cane tutti questi movimenti, e quindi lo lascia libero di esprimersi come vorrebbe; altrimenti potrebbe innervosisrsi, oppure le costrizioni del collare potrebbero impedirgli di apparire innocuo all'altro cane, rischiando le risse.
Inoltre la pettorina ci aiuta ad evitare che il cane "tiri al guinzaglio", a volte, passare dal collare alla pettorina con un guinzaglio lungo, ci aiuta nella soluzione di questo problema, che è uno dei motivi più frequenti per i quali i proprietari si rivolgono ad un educatore cinofilo.
Personalmente, spesso parto da qui.

Cinzia F.


venerdì 5 ottobre 2012

Una gatta che aspetta la proprietaria da 6 anni...la storia

Qualche giorno fa, un piccolissimo paese dell' Umbria,  Colle Olivo, mi ha regalato una delle storie straordinarie e commoventi che solo i nostri amici a 4 zampe sanno scrivere.
Questa volta non parlo di cani, ma di una gatta, che dimostra la stessa fedeltà del miglior amico dell'uomo...
La micia protagonista di questa storia viveva in questa frazione umbra con i suoi anziani proprietari, che non avevano figli, e che, proprio come una figlia, tenevano in casa con loro questa gatta, amata e coccolata.
Sei anni fa, purtroppo, la proprietaria della micia è morta all'improvviso, e , subito dopo, si è ammalato gravemente il marito, il quale, non avendo parenti prossimi che potessero occuparsi di lui, venne trasferito in una clinica specialistica.
Così la gatta rimase sola in breve tempo.
Colle Olivo ha pochissimi abitanti, tra i quali una famiglia con molti gatti, ma lei non ha avuto dubbi: è rimasta davanti alla porta di casa ad aspettare i suoi amici umani, ogni giorno ed ogni notte, da 6 lunghi anni, ormai, accudita dagli abitanti del posto, che da allora le portano da mangiare.
Sembra una favola, ma è realtà, l'amica che mi ha raccontato questa storia mi ha accompagnata sul posto, e proprio davanti a quella porta abbiamo trovato la gatta, esattamente come mi aveva detto;
le abbiamo portato qualcosa da mangiare e le ho scattato una foto, emozionata...
Ormai la micia ha 17 anni, l' aspetto un pò li tradisce, ma ciò che di sicuro dimostra questo felino, è quanto l'amore di questi nostri amici non abbia limiti!

Cinzia F.

martedì 25 settembre 2012

Le aree per cani: il luogo ideale....con qualche attenzione!

Così utili, ma così problematiche a volte...
Una zona recintata, in cui poter lasciare libero il cane, senza timore che possa fuggire, in cui può correre in libertà, incontrare i suoi simili, giocare con loro.
E' un' opportunità straordinaria per il nostro amico, e per noi proprietari, soprattutto se viviamo in città e non abbiamo molte possibilità di far godere al cane, che vive con noi, natura e libertà;
allora le aree per cani diventano il luogo ideale di gioco e socializzazione, anche se, personalmente, consiglierei di "aggiungere" anche una passeggiata in campagna, o nei boschi con il nostro amico, quando lavoro e impegni ce lo permettono.
Ricordiamo però, nelle aree per cani, alcune attenzioni: quando arriviamo chiediamo ai proprietari degli altri cani, che sono già dentro, sesso e carattere del loro cane, per evitare risse tra cani dello stesso sesso particolarmente aggressivi.
Raccogliamo sempre le feci dei nostri cani (cosa che dobbiamo fare dovunque, ovviamente).
Ed impegniamoci nell'educazione del nostro amico,abituiamolo ai rapporti con i suoi simili sin da quando inizia a vivere con noi, facciamogli fare una passeggita, prima di arrivare all'area per cani, se è agitato o troppo eccitato.
E rivolgiamoci ad un esperto, se sorgono problemi o non sappiamo come gestire la situazione, infatti le relazioni in un gruppo di cani dipendono dalla socializzazione e dalle esperienze avute da ciascuno di loro, e spesso non è semplice far andare daccordo tutti, ma potete riuscirci, rendendo felice il vostro amico, e voi.

Cinzia F.
 

lunedì 17 settembre 2012

Qualcosa che conta davvero: il premio!

Il premio è la base dell'educazione, è il modo in cui possiamo dire al nostro cane: "Si, è proprio questo ciò che ti stavo chiedendo di fare".
Può essere il gioco preferito dal nostro amico, una carezza, più spesso è il bocconcino del quale il nostro cane va matto (dev' essere qualcosa che gli piaccia particolarmente), può trattarsi anche di una parola (ad esempio il "Bravo", che è stato precedentemente associato ad un bocconcino).
Se vogliamo insegnare un comando al cane, pronunciamo la parola da associare (esempio: "Seduto") e, subito dopo che il nostro amico lo ha eseguito, gli diamo il premio.
Se il cane si sta comportando nel modo "giusto" (non tira al guinzaglio, non sta abbaiando, ecc.), faremo lo stesso.
Infatti, troppo spesso dimentichiamo di premiare il cane quando si comporta bene, magari nella stessa situazione in cui prima sarebbe stato maleducato (ad esempio, se ci saltava addosso al nostro rientro a casa, premiamolo quando non lo fa più!).
Ricordiamo sempre che il premio perde di significato se arriva dopo 90 secondi dall'azione del cane (meglio se è dato entro 1 minuto).
Si chiama RINFORZO POSITIVO, ed è veramente positivo nel nostro rapporto con il cane.

Cinzia F.